Tiranni: Una storia di potere, ingiustizia e terrore by Waller R. Newell

Tiranni: Una storia di potere, ingiustizia e terrore by Waller R. Newell

autore:Waller R. Newell [Newell, Waller R.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, Sociology, General
ISBN: 9788833975580
Google: Pl8yDwAAQBAJ
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2017-09-13T22:00:00+00:00


Parte terza

«Le aquile cadranno morte dall’alto»:

La tirannia millenarista da Robespierre ad al-Qaeda

Durante la Rivoluzione francese, mentre le esecuzioni di massa del Terrore giacobino aumentavano vertiginosamente fino al loro sanguinoso picco tra il 1792 e il 1794, venivano allestite simultaneamente delle «Feste della Virtù» sempre più elaborate. Queste rappresentazioni popolari erano un curioso tentativo di creare una religione politica laica, non priva di sfumature dell’antica Grecia e di Roma, e segnarono l’inizio di quegli spettacoli che siamo soliti associare ai successivi movimenti e regimi totalitari, dalle parate del Primo Maggio dei bolscevichi ai raduni nazisti di Norimberga fino alle folle di centinaia di migliaia di fantocci umani nella «capitale-palcoscenico» di Pyongyang, nella Corea del Nord.

Le feste della Rivoluzione francese enfatizzavano una purezza e un’innocenza che facevano da bizzarro contrappunto alle scene quotidiane di incredibile ferocia e sadismo che si svolgevano al loro fianco, e con gli stessi attori. Alternati a questi idilli sentimentali e bucolici vi erano intermezzi di orrore organizzato, di cui ancora oggi non è possibile leggere senza un’allibita costernazione. Christopher Hibbert scrive delle esecuzioni a Parigi: «Mentre i mucchi di cadaveri salivano, si facevano arrivare dei carri trainati da cavalli [...] per portarli via alle cave di Montrouge. Le donne aiutavano a caricarli, interrompendosi di tanto in tanto per ballare la Carmagnole, poi restavano a ridere sui corpi scivolosi. [...] Alcune si erano appuntate delle orecchie agli abiti». Hibbert cita un testimone oculare: «I carri erano strapieni di uomini e donne che erano stati appena massacrati e i cui arti erano ancora flessibili perché non avevano avuto il tempo di raffreddarsi, sicché gambe, braccia e teste annuivano e dondolavano ai lati». Lo storico prosegue: «Testimoni affidabili riferivano di aver visto uomini che bevevano, mangiavano e fumavano in mezzo alla carneficina, utilizzando come tavoli e sedie i corpi nudi delle vittime, ai quali erano stati tolti i vestiti». Uno speciale spettacolo pubblico era stato ideato per la principessa de Lamballe, la migliore amica della regina Maria Antonietta: «Era stata spogliata e violentata; le avevano tagliato i seni e mutilato il resto del corpo», poi esposto allo scherno del pubblico. «Un uomo fu in seguito accusato di averle tagliato i genitali, che aveva infilzato su una picca, e di averle strappato il cuore, mangiandoselo “dopo averlo arrostito su una stufa da cucina”».1

Potenziali vittime del Terrore (furono pochissimi gli imputati che se la cavarono) notarono la rapidità con cui i carnefici potevano passare dall’assassinio al sentimentalismo e viceversa, al tempo stesso killer psicopatici e accoliti della nuova religione dell’amore, una distorsione psicologica in seguito definita, in connessione con il fascismo, «brutalità sentimentale». I sopravvissuti descrivevano «uomini che un momento sembravano del tutto pronti a ucciderli» e che «il momento dopo li abbracciavano con ardore. [...] Un assassino, rifiutando l’offerta di una ricompensa, pianse per l’emozione restituendo un padre ai suoi figli. “La nazione ci paga per uccidere”, disse un altro che aveva rifiutato del denaro, “ma non per salvare vite umane”».

I rivoluzionari francesi avevano a lungo fantasticato sul ripristino delle severe virtù della Repubblica romana.



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